venerdì 7 aprile 2017

Colazione da Jessica

Sono sempre io la vostra amata Jessica. Spero che abbiate gradito la prima parte del racconto in cui Marika cornifica il marito e io lo consolo. Ebbene, eravamo arrivati al momento del confronto tra me e lei. Si incazzò non poco per l'accaduto. Passarono dei giorni dopodichè, sbollita in parte la rabbia, Marika mi fece chiamare nel suo ufficio e disse:"Dunque Jessica la questione che si è venuta a creare è un pò incresciosa dal momento che lavoriamo tutti nello stesso edificio. Sarebbe il caso che io e te ci chiarissimo, ma non qui". A quel punto chiesi:"E dove?", rispose:"Facciamo a casa tua domani mattina alle 9". Replicai:"Ma è orario di lavoro come si fà?". Lei ribattè decisa:"Tranquilla, vorrà dire che arriveremo più tardi in ufficio, questo chiarimento è necessario...". E così, il mattino seguente, aspettai a casa la moglie del mio capo. Arrivò puntuale sgargiante su delle scarpe bianche con i tacchi. Anch'io ero vestita provocante col mio vestitino bianco e nero e le scarpe col tacco di colore nero. Data l'ora da colazione le offrì il caffè dopodichè ci sedemmo in cucina a parlare. A un certo punto mi disse:"Mi dai da pensare sai? Forse ho trovato una che è stronza almeno quanto me e dunque alla mia altezza...". Insomma mi aggredì un pò ma il tono non era più come quello della prima volta in ufficio, come se qualcosa di me l'affascinasse e non poco! In effetti anche lei palesava un incredibile sex appeal. In parole povere a un certo punto disse che era inutile che litigassimo per le vicende inerenti il marito, stupido che tra noi ci fosse astio. Percepì tutta la sua eccitazione nonchè la voglia immensa di trasgredire, del resto la mia non era da meno. Come due fidanzati che prima litigano e poi fanno la pace, tra me e lei andò più o meno così. Del resto le donne non mi sono mai dispiaciute, specie se così sexy come lei. Partì in quarta, mi risucchiò letteralmente la lingua e a quel punto compresi bene come sarebbe andata a finire quella mattinata. Le dissi apertamente quel che pensavo di lei, nel bene e nel male, una stronza affascinante, dopodichè la palpai sopra le mutandine nere. In men che non si dica si sdraio sul ripiano della cucina e allargò le gambe. Era un chiarissimo invito a leccare la passera. Trascorsero solo pochi secondi prima che le facessi sentire la mia lingua calda nella topa. Ebbe un primo rapido amplesso, poi passò lei a condurre il gioco: leccava molto bene, godetti anch'io alla svelta: 1 a 1!. Dopo di ciò iniziai a dedicarmi più approfonditamente al suo piacere tormentandola con la lingua e con le dita. Ansimava come una maiala mentre la sua fica sbrodolosa si apriva meravigliosamente al piacere. Quella porca ebbe altri due intensi e splendidi orgasmi. Poi fu lei a dedicarsi a me. Fu a quel punto che compresi quanto fosse brava a leccare la bernarda dato che mi procurò un altro paio di orgasmi particolarmente intensi: 3 a 3! Il suo bacio finale con cui si mescolarono a meraviglia i sapori delle fiche fu un'autentica libidine erotica. Sconvolte dal godimento profondo facemmo fatica a ricomporci. Guardai l'orologio e mi accorsi che era quasi mezzogiorno! Mi disse:"Tranquilla con la mia auto faremo in un attimo". In realtà non mi importava nemmeno più di fare tardi visto che avevo passato una mattinata stupenda. Mentre guidava si voltò e disse:"Allora, abbiamo chiarito? E' tutto a posto bella? Fine dei rancori?". Risposi:"Cazzo se lo è!". Da quel giorno nell'edificio facciamo finta di non calcolarci. Di tanto in tanto consolo il marito e lei continua a tenersi il segretario. Ma ci scambiamo i messaggini e, almeno un paio di volte al mese, lei fa volentieri "colazione da me" e quelle volte in ufficio naturalmente arriviamo tardi.         















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