giovedì 18 aprile 2024

La matura sedotta

Mi chiamo Erica. Persi progressivamente interesse per Luigi, il ragazzo che frequentavo. Contemporaneamente, cresceva invece un impulso sempre più irrefrenabile nei confronti di Daniela, la mia vicina matura. Di viso non è bellissima ma mi attizzava parecchio. Cercavo ogni scusa per andarla a trovare. Poi, un bel giorno, decisi finalmente di provarci. Presi il discorso alla larga, sulla differenza di età. Lei equivocò, credette che me la facessi con un uomo sposato. A quel punto ne approfittai per sottolineare il mio scarso interesse per le persone di sesso opposto. L'atmosfera estremamente confidenziale ci portò a limonare con passione. Sapevo che lei non aveva alcuna esperienza in fatto di donne, nemmeno a livello di video porno. Lasciai che mi accarezzasse il seno. Poi, gasata, la spogliai. Le sfilai le mutandine e la sgrillettai, poi puntai direttamente con la lingua il dolce buco della fica. Assaporai la passera matura. Lei, un po' impacciata, cercò di ricambiare e riuscì a farmi venire. Ripresi la conduzione del gioco. La fistai, poi la misi a pecorina sul divanetto in modo da soddisfarla più comodamente. Le leccai la fica e pure il buco del culo fino a mandarla in profonda estasi. Il suo orgasmo fu intenso, vibrò tutta mentre se ne veniva. La limonai a fondo dopo l'amplesso dandole ripetutamente della zoccola. Da quella volta, vado a bussare ogni giorno alla sua porta e lei sa già cosa cerco...

troia

Il cazzo nero condiviso

Mi chiamo Tania. Ayla era la mia camerierina di colore. Iniziammo presto a lesbicare anche se io ho necessita di prendere regolarmente il cazzo. Ayla ne potrebbe fare a meno ma io no. Le chiesi di invitare qualche suo conoscente dotato a casa ma lei si rifiuto per cui fui costretta a tenerla in astinenza sessuale nella speranza che si decidesse a effettuare una telefonata proficua. Dopo una pausa di una decina di giorni, tra di noi ci fu una lesbicata ma io continuai ad insistere finchè lei, stufa, fu costretta a chiamare Tom, l'amico con un gran cazzo nero tra le gambe. Leccammo insieme la punta del pisello che divenne subito durissimo. Un pò per malizia, un pò per vendicarmi che mi aveva fatto aspettare tanto, diedi Ayla "in pasto" al nero a candela. Sono un tantino sadica, godevo ad osservare le smorfie di dolore della ragazza, mentre il grosso palo le spanava la patata. Mentre lui la fotteva, impietosita, le leccai le natiche per addolcirle in qualche modo il dolore. Tom passò a sfondare me, mentre leccavo Ayla. Bhè, io non protestai affatto, la via è comoda, già allargata ad uso garage. Il nero si potette rilassare dentro una vagina così spaziosa. Poi glielo presi pure in bocca. Alla fine io e Ayla ci mettemmo a 69 ma Tom pretese che lei lo leccasse. Poco dopo, un mare di sborra annaffiò i nostri visi e le nostre bocche. Io e lei limonammo al sapore di sborra. Ayla mi pregò di non ripetere l'esperienza ma io sono decisa a farlo e non sarò contenta finchè la sua sorca non sarà adeguatamente allargata da qualcuno dei suoti virili amici.  


La ragazza trans del nipote

Mi chiamo Giorgio. Ho avuto i primi rapporti sessuali con mia Zia Franca, una donna di mentalità decisamente aperta. Ecco perchè fu l'unica alla quale confidai di avere una relazione con Maria la biondina, una ragazza trans. Fu proprio Franca a volerla conoscere. Io e Maria ci recammo a casa di mia zia e, poco dopo, finimmo tutti e tre sul letto. So che per una donna non è facile entrare in certi meccanismi ma Franca, in immancabili tacchi e autoreggenti, è abbastanza troia da riuscirci. Fu lei a succhiarmi il cazzo per prima, poi lo fece Maria. Devo ammettere che un pò mi mancava la fica. Trovai sempre deliziosa al tocco quella della zia, mentre le leccavo i capezzoli. Non resistetti al desiderio di chiavare con la zia, in nome dei vecchi tempi. Ma poi Maria, un pò gelosa, intervenne e la situazione prese una diversa piega. Era la bionda a voler essere chiavata nel sedere con Maria che si limitava a smanettarle il cazzo. Godevo a inculare la biondina davanti a mia zia. Maria riprese a sbocchinare, prima che la fottessi a pecorina. Un altro bocchino della bionda mi portò a eiaculare tra le sue labbra mentre mia zia si masturbava con un dildo per l'eccitazione e veniva accanto a noi. Di sicuro fu un'esperienza inebriante. Maria predilige che ci vediamo da soli ma io preferisco che sia presente anche mia zia. Quel tocco di femminilità rende la situazione decisamente più arrapante.   


Hotel uso bordello

Mi chiamo Gloria. Sono la direttrice di un Hotel. In realtà, la struttura porta notevoli introiti anche se gode di una pessima reputazione in quanto viene considerata alla stregua di un Bordello. E non si può certo dire che non sia vero dal momento che qui ne succedono di tutti i colori. Ad esempio, una delle nostre dipendenti, Miriam, una ragazza di colore, va matta per le biondine e quindi, molto spesso, invece di illustrare soltanto le caratteristiche della camera alla cliente, va molto più a fondo. Ricordo bene il soggiorno di Anna, una bionda davvero carina e puttanella. Miriam finì con lei sotto la doccia. Quando entrai nella stanza stavano interagendo alla grande tra di loro. Cominciai a spogliarmi mentre si leccavano le fiche a turno. Quando iniziarono a strofinarsele ero ormai tutta nuda, pronta a sgrillettarmela perbene. Dopotutto, lo spettacolo fu più che stimolante. Alla fine, l'orgasmo lo raggiungemmo tutte e tre. Sembrerebbe una vita eccitante, quella che conduco in Hotel, e infondo lo è, però devo sempre far fronte alle perplessità del proprietario che è perennemente seccato per la nomea non proprio positiva di cui gode la struttura. Io cerco di calmarlo, di farlo ragionare. Del resto gli introiti sono ottimi. Ma lui non sembra voler sentire ragioni, dice che così ci perde la faccia. In realtà riesco a rassicurarlo solo a suon di succulenti bocchini. Quando mi sborra tra le tette sembra davvero appagato.


mercoledì 17 aprile 2024

Intrigata dalla direttrice ipocrita

Mi chiamo Barbara, sono una ragazza lesbica. Ho sempre ammirato le donne mature. Persi la testa per il mio Capo, la dottoressa Dana, supervisionatrice nell'Azienda in cui lavoravo. Un giorno, spinta dall'eccitazione, tentai l'approccio diretto con lei riempendola di complimenti. Mi aspettavo un due di picche invece la signora ci stette. Fu prima lei a spogliarmi e a leccarmi. Poi, io contraccambiai degnamente prima spogliandola, poi leccandole i capezzoli e la figa pelosa. Le diedi il colpo di grazia a pecorina, con le dita nella passera e la lingua nel culo. La signora Dana, a quel punto, sbrodolò e godette come una maiala. Ma temeva che sopraggiungesse qualcuno da un momento all'altro per cui disse che dovevo sparire. Mi rivestì e spiai dalla camera accanto. Il direttore Generale, Lucio, arrivò di gran carriera e, vedendola tutta nuda, si piombò a leccarle la figa. Poi, se la scopò di brutto con quel cazzo enorme che si ritrova. Intanto, Lucio le chiese di me con interesse ma Dana rispose che sono lesbica e che, addirittura, aveva respinto delle mie avances, sostenendo che i rapporti tra donne fanno schifo. Di fronte a tale ipocrisia mi salì il sangue alla testa. Lo so, non avrei dovuto farlo ma d'impulso, entrai di colpo in quella stanza, dove lui le stava sborrando copiosamente in bocca, dopo che avevano appena finito di scopare e sputtanai lei affermando che la signora si era fatta leccare e fistare poco prima dalla sottoscritta. Feci fare a Dana una figura di merda clamorosa davanti al Direttore. E' normale che me l'avrebbe fatta pagare, infatti venni licenziata in tronco e Lucio non mosse un dito per aiutarmi. Che si fottano entrambi! Dopotutto, la dignità non ha prezzo! Meglio soli che male accompagnati. Per fortuna c'è il fai da te: mi diletto col dildo nella passera sul comodo divano di casa.     


Pazzi per le auto

Qual'è l'opzione più gettonata per eccitarsi? Gli uomini, le donne, il cazzo, la figa, i film porno? Ebbene, queste sono tra le possibilità più comuni. Ma esistono svariate forme di eccitazione. Certo, sembra strano eccitarsi per una partita di calcio o per un telefono cellulare, ad esempio. Questo racconto evidenzia un caso di meccanofilia, ossia la passione morbosa che certi individui, di solito uomini, hanno verso i mezzi di trasporto in generale o, nello specifico, le automobili. Mi chiamo Gina. Non so nemmeno io come mi trovai coinvolta in questa assurda vicenda. Camminavo in una zona isolata quando un'auto grigia si accostò. Ovviamente capì che il ragazzo che la guidava voleva fare sesso. Ma, il suo approccio, parve piuttosto insolito. Disse di volersi spostare in una zona dove vi fosse una bella auto. Assecondai le sue idee. Arrivammo nei pressi di una boscaglia dove si era appartata un'altra coppia. Il ragazzo con cui stavo sobbalzò di piacere nell'osservare l'auto rossa dell'altro. Insomma, sia la persona con cui stavo che quella con cui stava l'altra ragazza erano dei maniaci dell'auto ossia si eccitavano più con le auto che con le donne. Scopammo praticamente vicini. L'altra ragazza se lo faceva mettere pure nel culo. I maschi facevano continui riferimenti alle automobili. Addirittura, quello dell'auto grigia, chiamò le mie tette airbag! In piena fase trombatoria, il proprietario dell'auto rossa propose all'altro che avrebbero potuto leccarsi le auto a vicenda. Per rincarare la dose, in tono provocatorio, affermai che, volendo, avrebbero potuto leccarsi pure i cazzi. Il conducente dell'auto grigia, che mi stava scopando, affermò che si trattava di una buona idea e l'altro non dissentì. Gli orgasmi erano vicini. Il prorietario dell'auto rossa venne in culo a quella ragazza (in seguito scoprì che si chiamava Anna). La donna disse che dovevano prima accompagnarci a casa e poi avrebbero potuto dedicarsi ai loro giochi. Intanto, il tipo dell'auto grigia mi venne copiosamente in bocca, quasi come se stesse pregustando il seguito. Non c'è da meravigliarsi che due persone si prendano quando ci sono delle passioni comuni. Anna mi lasciò il suo numero. A quanto pare, ogni tanto sentiva il ragazzo dell'auto rossa, Marco, che si confidava con lei. Mi riportò quanto immaginavo. Bhè, c'era da aspettarselo che, oltre a leccare le auto, si leccavano pure i cazzi. Del resto, dalla carrozzeria al pistone è un attimo!      


martedì 16 aprile 2024

Incinta inculata dal fratello

Mi chiamo Nadine. Tra me e mio fratello Dario c'è sempre stata molta chimica. A dire il vero, sono sempre stata gelosa di lui, delle donne che, giustamente, si scopava. Quando restai incinta, il mio fidanzato smise di riservarmi attenzioni ed io andai in ansia. Dario mi stava incollato addosso, capì che in quel momento ero fragile, vulnerabile, che avrei ceduto ad una situazione proibita come l'incesto tra fratello e sorella. Ricordo bene il primo approccio, quando tentò di leccarmi la fica in cucina e ci riuscì. Sarei anche venuta se non fossero arrivati i miei genitori per cui dovemmo smettere di colpo per non farci beccare. Ma Dario aspettò il momento giusto, quando i miei ci lasciarono più tempo da soli, e tornò inevitabilmente alla carica. Stavolta sapevo di non potergli resistere. Persi già la testa mentre mi leccava le tette. Finì per fargli un focoso bocchino inginocchiata. Dario era deciso a sfondarmi perbene. Mi ruppe letteramente il culo a candela ed io godetti come una troia. Me lo dette a pecorina, di fianco. Mi sentivo sempre più sua. Diceva che si sarebbe occupato lui di me, dei miei problemi e del mio piacere. Mi sentì fottutamente innamorata in quella torbida situazione incestuosa. Succhiai ancora il pisello e presi tanta bella sborra in bocca. In seguito spiegai ad Emanuale, quello che mi aveva messa incinta, di non volerne più sapere di lui in quanto mi vedevo con un altro. Bhè, non gli dirò mai chi è l'altro, sia chiaro. Dario mi fotte e mi fa stare bene e i miei, ovviamente, non hanno capito un cazzo del nostro torbido segreto.  

sorella


Tre amici affiatati

Mi chiamo Mirco. Io e miei amici abbiamo in comune delle madri menefreghiste. Ci lasciano sempre da soli e così, un bel giorno, decidemmo di consolarci tra di noi. Mi sono sempre sentito passivo e adoro prendere i cazzi dei miei amici nel culo, anche contemporaneamente. A casa, in delle splendide giornate primaverili, ci facevamo delle grandi scopate tra maschietti. Poi, una volta, mi madre se ne accorse e decise di riferirlo alle madri dei miei amici. Pensavo fosse la fine ma, incredibilmente, forse per convenienza, per quieto vivere rispetto ai mariti, le donne non ostacolarono quei rapporti a tre che proseguirono magnificamente ancora a lungo. Spero che la situazione non cambi mai e che io possa prendere ancora tante volte i cazzi duri e la sborra dai miei amici. Infondo è solo un bel modo per passare piacevolmente il tempo... 

gay

Tra classico e proibito

Mi chiamo Marika. Infondo sono sempre stata una gran troia anche se, in passato avevo alcune limitazioni. Ho sempre tradito mio marito che, a un certo punto, chiese la separazione. Non rinunciai al sesso, a volte scopavo pure con due maschi alla volta. L'unico cruccio era rappresentato da mia figlia Lucia. Lei i ragazzi non se li filava proprio, preferiva le donne e aveva iniziato una relazione con una ragazza bionda di nome Lavinia. Mia figlia cercava in tutti i modi di farmi comprendere e accettare il sesso tra donne ma io le chiudevo sempre la porta in faccia finchè, un bel giorno, si fece avanti insieme alla sua amica. Nonostante il mio scetticismo, mi convinsero a provare e fu un'esperienza davvero estasiante. Persi il controllo nel momento in cui mia figlia mi leccava le tette e la sua amica la figa. Lì capì che ero giunta ad un punto di non ritorno. Sembrava che in quel trio fossi in una posizione dominante visto che piazzavo il dildo in culo a Lavinia e scopavo la figa di mia figlia con lo strap-on. Forse mi vollero solo far credere di poterle gestire. Quando pensavo che avessimo finito, mi proposero un bollente seguito. A quel punto fui io ad essere scopata di brutto nel culo da mia figlia mentre la sua compare mi leccava la figa. Si divertirono a tormentarmi tutto il pomeriggio ma non fu affatto sgradevole. Volevano assicurarsi che cambiassi parrocchia e forse ci riuscirono, almeno in parte. Nella mia attività di parrucchiera cominciai a guardare le clienti con occhi diversi. Quella porcella di Brunella si presentò al negozio in autoreggenti e si sditalinava mentre le lavavo i capelli. Fu un'altra occasione incredibile di sesso tra donne. Le leccai la figa poi lei ricambiò andandoci dentro pesante con le dita e la lingua. Credevo fosse finita lì ma, all'improvviso, comparve il fidanzato della tipa tutto arrapato. Lei lo sbocchinò e si fece scopare ma lui voleva trombare pure me. Ero indecisa data la lunga pausa dagli uomini ma, infondo, un ritorno al classico fa sempre piacere. Brunella lo tenne in caldo con un pompino finchè lui, a cazzo duro, me lo sbattette dentro al culo! E così riprovai l'ebrezza smarrita della minchia. Ero un lago e godetti come una troia. Poi, ovviamente, io e Brunella, bevemmo assieme la sborra calda e copiosa di quell'uomo in preda a violenta eiaculazione. Insomma, una bella parentesi di cazzo, quello vero, di carne. Però, mi raccomando, non ditelo a mia figlia, lei pensa che io, ormai, sia solo vegetariana.    


Zucchine per le cameriere impiccione

Mi chiamo Irina. Lavoravo come cameriera, insieme alla collega Maria, a casa di una signora benestante di nome Sandra. La padrona di casa aveva un viso da porca sadica. Io e Maria fummo delle cretine a metterci in condizione tale che lei ci punisse. Eh si, eravamo troppo curiose. Un giorno, rassettando il letto, frugai nel cassetto del comodino e pescai un grosso dildo. Anche Maria restò affascinata dall'oggetto. Quando consigliai di riporlo nel cassetto, era ormai troppo tardi. Sandra ci beccò e ci tirò entrambe per i capelli. Disse che dovevamo essere punite. Sandra obbligò Maria ad inginocchiarsi e a leccarmi le fessure. A nulla servì affermare che fossi etero. Poi dovetti ricambiare la collega che portava i collant, così leccai da sopra alle calze. Ma quello fu solol'antipasto perchè il piatto forte del giorno furono le zucchine. Il nobile ortaggio, ricco di minerali, venne destinato ad un diverso uso. La sadica me ne piazzò uno in bocca costringendomi a collocare l'altra estremità tra le chiappe di Maria. Poi ci pensò lei a giostrare con le zucchine dentro i nostri culi. La troiona andò avanti così tutta la mattinata e intanto rammentava che dovevamo farci i cazzi nostri. Bhè, posso dirvi che fu più un piacere che una punizione dal momento che, alla fine, con quelle anomale penetrazioni ce ne venimmo tutte e due. Se frugavamo in casa, o esternavamo pettegolezzi, sapevamo bene dopo che cosa ci toccava subire: inserzioni anali! Dopotutto la padrona era lei!